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venerdì 12 ottobre 2012

LA RISPOSTA NASCE SPONTANEA

Cara Alessia,
Scrivo su questo tuo blog perché supporto il tuo coraggio, la tua intraprendenza e la tua voglia di continuare a crederci e a crescere. Credo che questa tua iniziativa possa essere utile per raccogliere storie vere, storie di persone ordinarie che lottano quotidianamente con dignità per mantenere una dignità. Decido di scrivere per raccontare in breve la mia storia, o meglio la storia dei miei ultimi 4/5 anni. Mi ha colpito in particolare il fatto che qualcuno ti commentasse che in fondo se non trovi lavoro è perché magari sei tu ad essere sbagliata o la tua scelta scolastica ad essere ardita e inappropriata per l' Italia. Io mi sono laureata in lingue straniere per la comunicazione internazionale, un percorso un po' vago lo ammetto (ma allo stesso tempo mi dico anche che se questo corso di laurea esiste immagino che chi l abbia progettato abbia pensato che rispondesse a dei bisogni di mercato concreti (cito il mio esempio ma potrei citarne molti altri dato che questo argomento richiederebbe un post a parte). Ad ogni modo mi sono detta che studiare lingue straniere e comunicazione potesse essere una scelta efficace. Mi sono laureata di triennale nel 2007; ho proseguito con la laurea specialistica. Durante i due anni di specialistica ( per rispondere al prof.)ho fatto l’Erasmus, il tirocinio Leonardo da vinci, ho svolto i tirocini formativi per il conseguimento di crediti didattici come da percorso standard, ho lavorato come tutor di studenti in vacanza studio all'estero durante l' estate per migliorare le mie conoscenze linguistiche. Devo assolutamente ringraziare la mia famiglia che mi ha sempre supportato economicamente, altrimenti non ce l' avrei fatta. Tuttavia mi dono sempre data da fare lavorando part-time per i 5 anni di studio in una piscina. Prima ancora di laurearmi ho iniziato a cercare lavoro pensando che queste esperienze mi avessero adeguatamente formato per essere inserita nel mercato del lavoro. Non ho mai avuto la pretesa di diventare manager d'azienda precisiamo, ma quella di fare qualcosa che si allineasse ai miei studi si. Iniziano qui lo scontro con la realtà: mi rendo conto che la mia laurea non è sufficiente, così come le esperienze all'estero. Per carità interessanti ma..
Cerco allora di rimediare in qualche modo e capire quali possono essere le vie papabili sul mercato. Mi rivolgo ai centri per l'impiego locali, provinciali e regionali, lo sportello per l Europa, partecipo a workshop e seminari per compilate il cv, per capire le tendenze del mercato. A settembre 2009 frequento un corso in euro progettazione per capirne di più sui finanziamenti europei, i fondi, bandi, le risorse.... Un corso presso un istituto tanto riconosciuto quanto caro: circa 700 euro per un mese! E va beh un investimento! Mi laureo a novembre e dopo tanti colloqui trovo uno stage per progettare percorsi di formazione finanziata! Che bello! Ma è gratis! E va beh un altro investimento! Come faccio? Ho 26 anni! Decido allora di trovarmi un lavoretto per permettermi di continuare a guadagnare come ho sempre fatto durante gli studi. Mi sembra infatti assurdo che durante l università io potessi guadagnare mentre invece una volta entrata nel mondo del lavoro le mie entrate siano pari a zero! Lavoro così la sera dalle 18.00 alle 21.00 presso una scuola privata come insegnante di inglese e francese: praticamente guadagno circa 600 euro al mese con in lavoro serale e lavoro 8 ore al giorno gratis! Per un totale di 11 ore al giorno. Ma non mi arrendo. Dopo 3 mesi di prova (perché lo stage prevedeva anche dai tre ai 6 mesi di prova) mi dicono che mi sono meritata un minimo rimborso della Modica cifra di 100 euro al mese! Il problema è che mi sento anche fortunata! Al quarto mese, mi sento presa in giro e me ne vado decide do di fare l insegnante a tempo pieno e mettere qualche soldi o da pare. L anno dopo arriva la grande occasione: mi accettano Per fare uno stage al campus delle nazioni unite di Torino per l organizzazione internazionale del lavoro. Uno stage di 6 medi, non pagato ovviamente. Sembra una contraddizione che l OIL permetta tale pratica ma chiaramente e un occasione che non voglio perdere: ho 27 anni, mi sono laureata in lingue e oltretutto presso un università che non e tra le più rinomate in Italia, figuriamoci all’ estero per cui mi sento fortunata. Un altro investimento. Ricomincio a lavorare 11 ore al giorno: stage+part time come insegnante.... E' davvero un periodo pesante: il Mi fidanzato praticamente lo vedo una volta alla settimana e viviamo nella stessa città.! Termino lo stage senza alcuna prospettiva di rimanere ed alquanto delusa da un sistema che ha permesso che io facessi uno stage formativo in università e due stage post laurea senza lasciarmi nemmeno una speranza. A marzo 2011 vengo selezionata per uno stage a Ginevra presso un istituto di ricerca e formazione delle nazioni unite: è il mio campo e quel che voglio fare perché coniuga comunicazione, formazione e ricerca ma. Non e pagato. Cosa faccio? Ginevra e la città più cara d Europa. Mi faccio due conti: ho lavorato due anni come una pazza e sono riuscita a mettere qualcosa da parte, e mie nonne impietosite ed incredule che la loro nipote " che ha studiato tanto" non riesca a trovare un lavoro mi fanno un prestito e così parto alla volta di Ginevra. Mi ricordo ancora di essere passata da casa della mia migliore amica prima di partire e di essere scoppiata in lacrime per l esasperazione: stavo facendo la scelta giusta investendo 7000 euro per vivere a Ginevra 6 mesi ( oltretutto in maniera sobria considerando gli standard di vita?) mi dico che sarebbe stato l'ultimo stage e che al termine sarei tornata in Italia a lavorare come cameriera, baby-sitter, dog-sitter,, qualsiasi cosa pur di essere pagata ed avere un contratto. Oggi vi scrivo ancora da Ginevra: mi e andata bene. E stata un esperienza che ne e valsa la pena. Non dico che chiunque debba partire e lasciare l Italia perché nel mio caso devo ringraziare la mia famiglia che mi ha permesso questa avventura e sono stata fortunata che per una volta ero al posto giusto nel momento giusto e a fine stage ho ottenuto un contratto. Per carità non a tempo indeterminato ma abbastanza da guadagnare e vivere un po' serena. Mi piacerebbe tanto tornare a Torino perché mi manca la mia città, la mia famiglia e i miei cari, vorrei fare qualcosa che contribuisca al mio paese ma al momento sono in un posto che mi offre un lavoro che mi piace (ci tengo a ribadire che mi occupo di formazione a distanza e comunicazione, pertanto sono cose che potrei fare anche a Torino, non fuori dal mondo ecco), vengo pagata abbastanza bene e ho opportunità di crescita. La risposta nasce spontanea.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

L'unica via d'uscita dal problema lavoro italiano e di emigrare,Antonio Ravenna laurea Filosofia,come tanti grazie alla mia famiglia con 5500 euro iniziali sono stato 5 mesi in Australia lavoravo come cameriere, fortunatamente il 6 mese contratto indeterminato presso una testata giornalistica,non tutti posso partire,motivi economici,lontananza,familiari ma starsene a casa o nel proprio paese tipo il mio Ravenna mi offrivano solo lavoro presso un MC sfornare panini cotolette patatine,ma che futuro ma scherziamo!!!!!!utilizzando skype con familiari un mio amico mi parlava di una ragazza che nemmeno conosco Minetti Minotta nel mondo politico che va in pensione a 27,senatori a vita,parlamentari che rubano soldi,stipendi da capo giro mio padre una vita intera di lavoro per 900 euro di pensione e io dovrei vivere in un paese del genere....nemmeno morto e non so come fanno persone a lottare ancora,mancano amici,famiglia ma nessuno lavora come molti Italiani in Australia posso vivere una vita dignitosa.

Anonimo ha detto...

Troppa negatività lottiamo tutti per un futuro migliore

Francesca ha detto...

Sono davvero contenta che ti abbiano dato questa opportunità. Hai lottato davvero molto, te la meriti tutta. Davvero complimenti e tanti auguri. Speriamo che pure noi, a forza di lottare, troveremo qualcosa prima o poi.

Pier ha detto...

Questo post centra il problema ...
esistono corsi di laurea che non danno futuro, eppure esistono. E chi li organizza e li finanzia lo sa benissimo.
Tuttavia poi la colpa è di chi li fequenta, e poi magari ha ancora il coraggio di lamentarsi se l'università non prepara al mondo del lavoro.
La risposta è chiara, esistono perchè altrimenti tutti quei docenti (che per comodità chiameremo Baroni) non potrebbero prendere stipendi spropositati e mantenere(rsi) onori e privilegi troppo spesso immeritati
- stipendio medio dei docenti ??? controllalo (QUI).

Ora, secondo me, pensare di scardinare un sistema incancrenito come questo è pura follia. Perchè è chiaro che dietro ci sono interessi economici enormi ...

Anonimo ha detto...

Pier secondo te quali facoltà posso essere considerati tali??puoi elencarmele è da tempo che desideravo qualcuno che ne parlasse

mikelone85 ha detto...

Raga, basta! Non possiamo solo lamentarci, dobbiamo collaborare tutti con Alessia per proposte concrete riguardo al mercato del lavoro.

Anonimo ha detto...

si mikeon ero solo curioso riguardo le facoltà ne vorrei parlare quali sono quelle utili in Italia?

Anonimo ha detto...

Io vedo troppa gente che si lamenta ma che non mette gli accenti sulle e. Come la mettiamo?

Pier ha detto...

facoltà utili?
non è come avere la lista redatta dalla fata turchina, dove uno si iscrive e per magia esce dopo 3/5 anni e trova lavoro.
una prima idea si può farsela sbirciando le % istat sui laureati occupati nel primo anno post laurea, poi ci sono valutazioni e interviste fatte da giornali e agenzie di studi di settore. Il discorso è lungo, tuttavia una cosa che secondo me emerge e che ho toccato con mano, è la distanza tra l'accademismo universitario e il mondo del lavoro. un fossato che si trova e che gli stage (se funzionassero) dovrebbe colmare.
L'area umanistica è out, se non per chi decide di insegnare, ma ultimamente la scuola non dà buoni segnali. Penso anche a tutti quelli che si sono iscritti ai vari corsi di conservazione beni culturali e poi hanno scoperto che il ministero non poteva assumrli tutti perchè (mi pare) manca un decreto attuativo e i conseguenti fondi ... e intanto questi si soo fatti tre anni (pagandoseli)...
Pe arrivare alla domanda dell'anonimo, non ho una lista, se l'avessi non avrei scelto anche io una facoltà sbagliata ...

Anonimo ha detto...

Mi chiamo Luca Roma 22 anni penso che studiare proprio in Italia ormai non conviene perchè anche con corsi di laurea scientifica non si lavora e alcune non vengono riconosciute all'estero se non facendo un dottorato

Anonimo ha detto...

Antonio emigrare non risolve il problema,in Italia ci sono settori che non stanno accusando la crisi sono che non sono considerati da tanti un lavoro,parlo del network marketing che fa fatturati in crescita ogni anno anche adesso