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martedì 9 ottobre 2012

PERCHÉ DEVO FUGGIRE DAL MIO STATO, QUELLO STATO CHE DOVREBBE TUTELARMI?

Ciao Alessia,
non so bene ancora se scriverti qui è giusto, il tuo blog è pieno stracolmo di messaggi che leggerli tutti è davvero un'impresa!
Sono laureata alla triennale in Economia e Marketing e alla specialistica in Economia aziendale, conseguita a pieni voti, il tutto in tempo! Durante i miei studi non mi sono mai fermata, tirocini e stage a go-go!! Tutto quello che si poteva, andava bene perché avevo un solo grande obiettivo: maturare quell'esperienza tanto richiesta nel mondo del lavoro. Insomma, non volevo arrivare alla laurea solo con un pezzo di carta in mano. Diciamo che questo mi ha caratterizzata quando lo scorso anno a marzo mi sono messa alla ricerca di lavoro! Proprio durante la tesi stavo facendo un tirocinio nell'ufficio crediti di un noto istituto bancario. Finito questo dopo poche settimane ho avuto una serie di colloqui. Uno di questi è andato a buon fine!
Cercavano una centralinista per una banca, con contratto a tempo determinato per 6 mesi, ho accettato senza esitazioni, non mi importava se la mia laurea consentiva di aspirare più in alto. Una volta entrata avrei potuto mostrare quanto valevo. Così tra una telefonata, una fax e una fotocopia ho studiato il processo del credito esistente. Ovviamente questa cosa è stata fin da subito notata, e le mie aspirazioni sono venute a galla di lì a poco. Dopo circa un mese, le esigenze dell'Istituto sono mutate e mi è stato offerto di cambiare ruolo: "salire di un piano" e lavorare nell'ufficio crediti. Una soddisfazione arrivata alle 17.30 di un caldo venerdì pomeriggio di luglio.
 
 
Dalla settimana successiva subito nel nuovo ufficio. Tanto c'era da imparare, non sempre facilitata dai colleghi più anziani che a volte più che insegnare "giocavano al gioco del silenzio". Sono state le prime ravvisaglie delle difficoltà dell'Istituto, i colleghi erano ostili perché avevano a cuore quel posto di lavoro! Inoltre, l'ufficio crediti è un ufficio in cui tipicamente si approda dopo anni di esperienza e io giovane centralinista forse non ero sempre ben vista. Ho sgomitato per capire, ho passato notti insonni pensando che forse non ce l'avrei mai fatta, avevo incubi sui possibili errori fatti!! Passati i primi mesi, un'altra opportunità: la banca stava intraprendendo la strada di un nuovo strumento finanziario serviva qualcuno che passasse ore e ore in archivio a sfogliare vecchi documenti e vecchie pratiche, mi sono offerta, ho lavorato fino a tardi la sera, il sabato mattina e avessi potuto sarei andata anche alla domenica!
 
Mi sono divisa tra quanto dovevo imparare sui crediti, quanto volevo capire sulla nuova opportunità finanziaria, ho messo da parte le mie incertezze e le mie paure e ho tirato fuori una grinta che mai avrei pensato di avere! Non volevo solo starmene alla mia scrivania e nell'archivio volevo entrare a far parte di quel nuovo progetto complesso più che mai! Ho dimostrato fin da subito la mia esigenza di imparare ma soprattutto di guadagnarmi magari un "prolungamento del contratto". Così è stato a dicembre è arrivato il rinnovo del contratto per ulteriori 6 mesi. Mi sono stati affidati progetti più o meno importanti.
Nel frattempo però aleggiava nell'aria la crisi, la crisi che ha colpito anche il mondo delle banche con impieghi spesso troppo appesantiti da crediti no performing.
A giugno il mio contratto era in scadenza, le nuove strategie aziendali intraprese prevedono il blocco delle assunzioni. Nonostante le notti insonni passate dopo i primi colleghi non confermati, pareva che le mie competenze e conoscenze fossero riconosciute, sembrava infatti esistesse un modo per rinnovare il mio contratto nuovamente per 6 mesi. Ok, ho preso questa notizia con gioia, certo non era un lavoro fisso ma con l'aria che tira era una certezza per altri sei mesi. Invece no, qualcosa non è andato, la legge e la burocrazia hanno fatto la sua, e a luglio mi hanno convocato per dirmi che il proseguo per 6 mesi non era più possibile.
Così da luglio sono a casa, disoccupata, dopo aver percorso più di un anno in ambiente che sembrava il mio ormai, avevo ottenuto la complicità e la collaborazione tanto ricercata dai colleghi. Avevo lavorato oltre l'orario (ovviamente senza richiedere un minuto di straordinario), avevo dato ascolto alla parola "noi vogliamo continuare a lavorare con te", non avevo inoltrato più domande pensavo di iniziare a farlo in prossimità della nuova scadenza. Ho messo la mia vita nelle loro mani, ho creduto alle loro parole, ma soprattutto nelle mille camicie che avevo sudato per ottenere il rinnovo. Ho atteso la loro lettera di referenza e da fine luglio ho iniziato ad inviare nuovamente curriculum, quello che mi sconvolge ogni giorno di più è che il mio telefona non squilla! Non so se è il momento, mi sembra di capire che molti sono nelle mie condizioni, ma il mio timore più grande è di aver subito "dopo il danno, la beffa!". Ricordi quella frase "una volta entrata in banca non ci esci più? Ecco io ci sono uscita, seppur non per causa mia. E se ora nonostante le referenze, le buone parole spese sul mio cv, i selezionatori pensassero "questa non l'hanno tenuta in banca quindi forse qualcosa non è andato?”
Sono lunghi questi mesi passati in silenzio davanti al pc a cercare qualcosa. Tanti mi dicono vai all'estero e questo mi fa perdere i connotati. Perché devo arrendermi, devo scegliere la via forse più facile dal punto di vista lavorativo, ma la peggiore da punto di vista affettivo!?! Ho una famiglia che mi ama, un fidanzato che amo da quasi 8 anni con cui pensavo di avere una famiglia, una casa e magari un figlio tra qualche anno, perché devo abbandonare il mio sogno? Perché devo fuggire dal mio Stato, quello Stato che dovrebbe tutelarmi, che dovrebbe permettere che il mio sforzo tra studio e lavoro non cada invano??
Ho dimostrato grinta, che ora perdo davanti a questo schermo e a questo cellulare.
Ho bisogno di credere che ci sarà un futuro qui, accanto a chi amo, facendo quello che tanto ho faticato ad imparare.

5 commenti:

Unknown ha detto...

Hai fatto bene a scrivermi qui, appena potrò ti risponderò personalmente. Grazie!
Alessia

Anonimo ha detto...

La tua storia e uguale a molte altre ma sei una persona forte,una bravissima lavoratrice hai fatto di tutto,il problema che non c'è serietà di chi assume,penso che per le storie scritte su questo blog ti renderai conto che quel sogno quella famiglia che tanto desideri con il tuo fidanzato....quel figlio tanto voluto solo fuori dal paese potrai averle,la nostra nazione non offre nulla solo prese in giro,guardando ieri Alessia per televisione su rete 4 e stamattina di sfuggita mi sono reso conto che tu,come Alessia,come Giovanni,come Marco,Guido e tanti altri che scrivono nel blog non c'è nulla per noi qui,farci sentire,protestare è dovuto,un diritto ma non credo che cambi qualcosa,tutto ha una scadenza,bollette,mutuo,non posso fare un figlio a 40 anni,vorrei sposarmi non posso,una casa,avere un'auto non posso nulla,dopo anni di sacrifici qui ancora a patire per tutto,sono laureato in economia commercio 28 anni,Salerno,master in finanza e marketing aziendale/industriale 2 anni disoccupato lavoro per brevi periodi call center una laurea sprecata ho ricevuto 3 proposte lavorative 2 a Londra 1 Australia,rimango...parto abbandono amici,parenti...o rinuncio al mio futuro e starmene chiuso in casa aspettando un miracolo...per ora credo che tutti noi dobbiamo andarcene per poi magari un futuro più roseo ritornare....nessuno fa niente da soli non abbiamo potere....

Francesco B

Pier ha detto...

"i selezionatori pensassero "questa non l'hanno tenuta in banca quindi forse qualcosa non è andato?”

se pensano questo come selezionatori valgono poco ... l'ambiente bancario è ristretto ed è difficile farsi idee strambe senza parlare direttamente al candidato.
Tolta questa paura direi che il problema non è tuo ma dei futuri eventuali datori di lavoro.

mikelone85 ha detto...

Ragazzi non dobbiamo lasciare l'Italia! E' il nostro Paese. Abbiamo solo bisogno di persone oneste che ci governino!

Unknown ha detto...

io vorrei dire a chi dice di non voler lasciare l'Italia per via degli affetti. Forse non vi rendente conto che alla base delle relazioni deve esserci cmq una propria autonomia, un'identità del Sè stabile che è indispensabile per una buona economia dei rapporti personali. Sembra brutale dirlo, ma la mancanza di lavoro e, di conseguenza, di stabilità e autonomia della persona influisce su tutto quanto, rapporti compresi. Va bene cercare di rimanere, ma quando si cade sotto la soglia della povertà, i rapporti inevitabilmente si alterano.