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lunedì 17 settembre 2012

MARTINA, UNA DI NOI


Ciao, sono  Martina e ho 27 anni.
La mia esperienza lavorativa è passata tra alti e bassi: diplomata nel 2004 ho iniziato subito a lavorare presso un’azienda come impiegata, un periodo positivo che mi ha portata nel mentre a conoscere il mio attuale fidanzato e la nascita del mio piccolo Jacopo che oggi ha 4 anni.
Le cose da allora sono cambiate.  Nell’anno clou della crisi l’azienda per la quale lavoravo dal giorno alla notte ha chiuso, lasciandomi  con un mutuo, asilo nido e bollette  da pagare  solo con uno stipendio (tutto ciò non avendo ancora ricevuto, a distanza di 3 anni, quello che mi spetta del licenziamento e del TFR) ; per mesi mia mamma ogni settimana mi ha fatto la spesa ed entrambi i genitori ci sostenevano economicamente come potevano.  Cercando di darmi da fare nel giro di poco ho trovato un impiego come commessa stagionale che ho accettato anche se , con un bambino,  mi costringeva a lavorare  nel periodo invernale compreso i sabati e le domeniche ma , in momento così, era l’unica opportunità’ che si era presentata!!!  Fortunatamente dopo alcuni mesi l’ azienda di mio padre mi propose un contratto di mezza giornata, la situazione di crisi economica in Italia era alle stelle e altro non potevano offrirmi. Quindi quando le cose in qualche modo si stavano pian piano sistemando, le difficoltà nel portare a casa lo stipendio passarono  al mio ragazzo: lavoro, lavoro,  lavoro, ma a fine mese nemmeno un  soldo. Iniziai così a lavorare mezza giornata in azienda e come commessa a chiamata (in qualche modo lo stipendio in casa doveva entrare ogni mese). Riuscii poi a trovare un terzo lavoro come impiegata che mi occupava l’altra metà della giornata , complessivamente facendo i conti un unico lavoro 7 giorni su 7 ma diviso in 3 aziende diverse, orari diversi e paesi diversi. Partire alla mattina per raggiungere un posto di lavoro, staccare in pausa pranzo per raggiungerne un altro e passare tutti i fine settimana lontano dalla famiglia per dover lavorare,  il tutto accompagnato da una mia situazione fisica di stato di salute  assai aggravata da stress  , febbre e dall’asma bronchiale diagnosticatami in quel periodo che non mi faceva dormire la notte. La situazione andò avanti per 6 mesi. Quante volte le persone più care si sono preoccupate per me! Mi dicevano: “Marti non puoi andare avanti cosi, non stai neanche in piedi” mi vedevano con gli occhi stanchi, mi si leggeva in faccio che ero distrutta, ma purtroppo non avevo scelta. Mio figlio ogni volta che uscivo di casa mi diceva: “Mamma stai a casa con me , perché devi andare a lavorare ogni giorno?” e io in quel momento non sapevo cosa rispondere!!!  Portare a casa tre  stipendi (che sommati facevano 1 stipendio) solo io era l’unico modo per vivere.
Potrei andare  avanti per righe e righe a raccontare la mia esperienza nel dettaglio, ma mi fermo qui  perché sono sicura che poi ne verrebbe fuori un libro e non una semplice lettera J .
E’ brutto da dire ma nell’Italia di oggi possiamo contare solo su noi stessi e le persone care, ora posso dire che fortunatamente le cose per me si sono sistemate, ho un “unico” lavoro a tempo pieno e il mio ragazzo ha trovato un posto dove riceve puntualmente lo stipendio.
Ringrazio con il cuore i miei genitori ,anche non chiedendo mai  niente, mi sono sempre stati vicini economicamente senza nulla in cambio.
 
Ciao,
Martina

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che storia,ricorda molto la mia e di mia moglie,solo che è durato per parecchio tempo,grazie ai parenti sopratutto genitori che ci davano da mangiare,persi lavoro in azienda informatica,mia moglie lavorava in un'azienda farmaceutica,dopo un anno entrambi perdemmo lavoro,feci il cameriere,parcheggiatore abusivo,lavapiatti,pulizie,mia moglie triste,sconsolata piangeva spesso davanti al bambino depressione,un fallimento totale annullamento della persona,questa situazione è durata 5 anni ma decisi dopo una discussione familiare di andare via dal paese.Australia dove subito trovai lavoro stesso ambito,mia moglie trovò lavoro presso un laboratorio di ricerca,ora viviamo abbastanza bene,casa a mare in montagna,torniamo dai parenti in vacanza ma ancora ora desidero ritornare ma poi penso a mio figlio a quanto e felice ora insieme a noi,molti vanno via altri rimangono ma pensate al vostro futuro non tutti sono fortunati a rimanere e complimenti per il blog.

Unknown ha detto...

Ciao "Anonimo"!

Mi incuriosisce la tua storia, ti va di raccontarci meglio il tuo percorso?

Grazie per i complimenti, mi fa davvero piacere che questo blog stia interessando persone diverse, del resto è grazie a voi se va avanti!Scrivimi pure ad alessiabottone@libero.it anche in forma anonima se preferisci!

Alessia