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giovedì 20 settembre 2012

PER LA POLITICA SEMBRA ESSERE SECONDARIO


Oggi ho il piacere di presentarvi Gaia, una ragazza squisita che ho conosciuto a Roma tempo fa.
Professionale, professionista e attenta alle esigenze altrui, Gaia non è più una ragazzina e sa il fatto suo. Sa che per fare questo mestiere ci vuole tanta passione perchè non sarà certo il salario a convincerti a fare questa scelta professionale. E' il desiderio di contribuire a "migliorare il mondo", a prestare attenzione e a dedicare tempo alle persone. Insomma posso dire che è il sorriso delle persone il vero assegno a fine mese. E' anche vero però che con gli assegni in bianco non si mangia. E' anche vero che alla soglia dei 40 anni la scusa" tanto è una situazione temporanea, tutto migliorerà" non regge più. E allora il risveglio è amaro e l'unica soluzione è reinventarsi, ancora un'altra volta, mettendosi in discussione.
Ma non sarà forse ora di reinventare il mondo?
 
Ecco a voi la lettera di Gaia:
A vent’anni ho scelto la mia strada, fiera e senza mai mollare; sicura di me stessa, convinta delle mie capacità, sostenuta dai miei ideali e pensando a quanto sarebbe stato bello studiare e specializzarmi nel campo professionale scelto e che “sicuramente” mi avrebbe dato enormi soddisfazioni umane e personali! Poi mi sono svegliata ed il risveglio non è stato dei più belli: una doccia fredda in pieno inverno sarebbe stata meno brutale.
Sono un’ Educatrice Professionale e Counselor nella relazione d’aiuto: parole veramente grosse e spesso, ahimè, sconosciute.
I primi anni di formazione e tirocini li ho dedicati a cercare di capire quale ruolo effettivamente avrei potuto ricoprire nel mondo del lavoro ma la faccenda più complicata è stata cercare di spiegare al resto delle persone chi fossi e cosa facessi; non importava, era ancora tutto bello ed idilliaco e, nonostante paure e frustrazioni che cominciavano a fare capolino, ho continuato a perseguire i miei obiettivi sostenuta da un forte entusiasmo. Ero anche ingenuamente convinta di poter contribuire a migliorare una parte di mondo!
Sono passati anni, tanti anni, ho lavorato in tantissimi settori, accontentandomi di: stipendi da fame quando avevo la fortuna di essere pagata, contratti inesistenti, impossibilità di crescita professionale (a meno che non decidessi di armarmi di un bel coltello tra i denti ma non è mai stato nella mia indole), spesso ritrovandomi in équipe di gente in competizione o con responsabili abilissimi a farti sentire perennemente inadeguata e mortificata nella professionalità, già sufficientemente precaria e a rischio di burn-out.
Nel tempo, quindi, presa coscienza della situazione e risvegliatami dal sogno delle illusioni idilliache, ho fatto una scelta scomoda ma mirata al rispetto della mia dignità personale e della mia libertà individuale decidendo di staccarmi dal mondo delle Cooperative per riflettere sulla mia situazione professionale e provando ad investire su me stessa  in modo nuovo e costruttivo.  Ho fatto i conti molto male perché non ho preso in considerazione diverse cose: la crisi attuale in primis ed un contorno di tanto altro come la morte definitiva del mondo del sociale (a Roma in particolare) o l’ ulteriore presa di coscienza che “pesce grande mangerà sempre pesce piccolo” ed io non sono un pesce piccolo, di più!
Purtroppo la maggior parte delle Cooperative sociali (in particolare quelle storicamente radicate nel territorio) hanno di “sociale” solo il nome  e sono aziende invischiate in giochi politici con l’unico scopo del guadagno economico da ottenere sulle spalle di chi ci mette la faccia e si sporca le mani, lavorando onestamente! Questa non è l’unica interpretazione valida per giustificare il mio atteggiamento fortemente critico verso il mondo del sociale! Ad onor del vero voglio sottolineare fortemente la totale mancanza di investimenti nel settore, con tagli ovunque e l’ incapacità di leggere i bisogni reali della popolazione e la necessità di sostenere tutti quei progetti altamente validi e mirati al sostegno delle persone; ma tutto questo per la politica sembra essere secondario, ed ha portato quasi all’ annullamento del terzo settore o garantendo il sostegno solo a quelle strutture invischiate con il politico di turno!
Oggi, a 39 anni suonati posso “urlare con orgoglio” di essere incazzata nera con me stessa (e non solo) forse per non aver avuto voglia di scendere ai tanti pesanti compromessi che mi venivano chiesti implicitamente: sacrificare la vita privata per la vita lavorativa, dare il meglio di sé accontentandosi sempre di briciole con promesse, non mantenute, di migliori prospettive professionali e quant’altro….
 Incazzata nera perché mi sono impelagata in un atteggiamento di delusione e sfiducia convinta ormai che nulla cambierà! Oggi mi sento in perenne “formazione”, che affronto ormai con rabbia, un po’ di distacco ed ulteriore impegno economico ( perché vieni tampinato dall’idea che se non ti formi non sarai mai pronta davvero) e con la consapevolezza che oggi un volontario, armato di ideali e buoni sentimenti, può avere il mio stesso ruolo professionale con qualche ora di formazione sulle spalle.
Che ho studiato a fare allora? Ma soprattutto, essendo parte di quella terra di mezzo in cui non sono più abbastanza giovane per rientrare nella categoria dei giovani che non trovano lavoro (piena solidarietà anche a loro) ma neanche abbastanza vecchia per godermi bellamente le mie ore di riposo a casa senza sentirmi in colpa perché non sto producendo, che futuro vedo davanti a me? L’unica risposta intelligente che mi viene in mente è che dovrò reinventarmi senza dimenticare il pieno rispetto di me stessa e possibilmente facendo qualcosa che mi piaccia, mi appassioni e mi dia una qualche soddisfazione; parallelamente lottare contro un sistema marcio che non garantisce il diritto alle opportunità per tutti. Come?
E chi può dirlo?
Gaia

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao in cosa ti sei laureata???

Gaia ha detto...

Ciao, la mia è una laurea breve, al tempo era la scuola a fini speciali S.f.e.c.a conseguita a RomaTre; poi, oltre a vari corsi di specializzazione, ho seguito un master per diventare Counselor nella relazione d'aiuto.

Francesca ha detto...

Ciao! Mi dispiace leggere questa storia, pensa che io vorrei tanto lavorare per qualche cooperativa, semmai potessi riuscirci. Vorrei tanto lavorare facendo del bene alle persone e non inseguire la logica dominante del profitto, vorrei rendermi utile alla mia società mettendo a disposizione le mie competenze... Ma evidentemente, in un mondo marcio, tutto si contamina prima o poi. Spero solo di trovare qualcosa di appagante un giorno. Non demoralizzarti, abbi la forza di lottare, dobbiamo tirare fuori le unghie e i denti e andare avanti.

Unknown ha detto...

Francesca raccontaci delle cooperative, mandami una mail ad alessiabottone@libero.it Volevo fare anche io questo tipo di lavoro, ma forse finirò casalinga, avanti e forza tutta ragazze mie!

Alessia

Francesca ha detto...

Alessia la mia storia te la ho scritta, sono laureata in cinese. Spero che la pubblicherai presto, anche io voglio lottare per il diritto al lavoro. A presto!

Unknown ha detto...

Certo Francesca, ,mano a mano le pubblicherò tutte. Prossima settimana toccherà a te sicuramente!Grazie ancora

Alessia Bottone