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giovedì 21 giugno 2012

Affaritaliani.libero.it intervista Alessia Bottone


Il video qui:
video INTERVISTA AFFARI ITALIANI ad Alessia Bottone

Il riassunto realizzato da Affaritaliani.it dell'intervista ad Alessia Bottone del 21 giugno 2012.


Alessia, 26 anni neolaureata, è stata protagonista di una speciale diretta ad Affaritaliani.it. Veronese indomita, la sua storia è già diventata un caso. Ha abitato in sette Paesi diversi ha svolto uno stage a Bruxelles e uno a Ginevra presso l'Onu. Dopo il ritorno in Italia, lo zero assoluto. "Parlo quattro lingue, ho pelato patate in Irlanda e in Francia per avere un futuro migliore. Ora mi ritrovo senza sogno, quello che ho coltivato per tanti anni e che mi rendeva così determinata. Mi ritrovo senza soldi sufficienti anche solo per emigrare".
"A 16 anni avevo deciso di lavorare nel settore dei diritti umani", spiega Alessia. "Ho lavorato per anni come cameriera per poter, a 21 anni, partire per l'estero. Sono stata a Barcellona, in Irlanda e in Francia. Ho lavorato in una comunità indigena in Costa Rica e poi sono stata in Svizzera. Mi sono occupata di tematiche femminili a Bruxelles e di disarmo alle Nazioni Uniti a Ginevra. Questi cinque anni sono volati, sono stati entusiasmanti".
Dopo il ritorno in Italia cominciano i problemi: "Non mi sono mai illusa, mi andava benissimo partire anche da uno stage. Ma non c'è nemmeno questa possibilità. Ho mandato qualcosa come duecento curricula, non solo in Italia. Mi sono candidata per qualsiasi lavoro ma ogni volta c'è un problema diverso. Per fare la hostess sono troppo bassa, per fare la cameriera troppo qualificata. Non so più che cosa fare. Ho 15 curricula diversi, 15 identità, come una specie di Zelig che cerca di adattarsi alle diverse proposte di lavoro".
Alessia si arrabbia quando sente dire che i giovani di oggi sono fannulloni: "Una parte non ha la minima partecipazione, ma la maggioranza hanno tante idee, progetti e voglia di lavorare. Solo che non sanno a chi rivolgersi, c'è poca informazione". Alessia, lasciata a casa con un sms da un lavoro di due giorni alla settimana in un bar, ha cominciato a chiedersi se magari fosse lei a non funzionare: "Ma tutti i miei superiori mi hanno sempre scritto lettere di referenze ed erano contente di me. Ci sono tante persone nelle mie condizioni. Proposte indecenti dai datori di lavoro? Parecchie, nonostante non sia Claudia Schiffer".
Che cosa consiglierebbe alla Fornero e al governo Monti per risolvere il problema dei giovani? "Lo stage all'estero viene pagato ed è un inserimento nel mondo del lavoro. Qui si fa esperienza per 4 o 5 anni e alla fine ci si ritrova ancora a fare stage. Non è giusto, ci vuole una regolamentazione. Ci accontentiamo di un apprendistato e di un lavoro da 700 euro. Se facciamo fuori i giovani che futuro abbiamo?"
La sua lettera, pubblicata in prima pagina dall'"Arena", non ha portato a risposte soddisfacenti, ma nonostante questo non si perde d'animo: "Ho ancora fiducia. La politica? Ecco, nei partiti non credo più. Fornero? Più fatti e meno lacrime. Senza eccezioni. Grillo? Può portare un cambiamento. Se mi chiamassero andrei in parlamento perché credo sia il momento di cooperare e non di distruggere". Il suo sogno è quello di "aprire una piccola fattoria in campagna e da lì occuparmi di problemi sociali. Non ho mai avuto problemi a sporcarmi le mani".
Se gli si chiede se vede il suo futuro in Italia o all'estero risponde che "partire è troppo facile. Mi piacerebbe restare in Italia. Dobbiamo unirci in un movimento per far sentire la nostra voce. Un primo passo può essere l'associazione Italia Camp, che si incontra il prossimo 30 giugno a Catanzaro". Sul Veneto: "Una volta era un modello per il lavoro, ora è crollato tutto. Ci si è accorti di questo con tutti i suicidi degli imprenditori. E' per questo che hanno pubblicato la mia lettera. Se l'avessi scritta due anni fa sarebbe caduta nel vuoto".

fonte: affaritaliani.libero.it

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