Carissima,
Sono capitata quasi per puro caso nel tuo blog e immediatamente ho sentito l'urgenza di raccontare la mia esperienza di 24enne italiana e precaria. So di essere in buona compagnia, so di non essere nient'altro una goccia in un'oceano, come so che la mia situazione potrebbe essere molto meno drammatica di quelle di tanti altri con tanto di anni di Università alle spalle, ma è tanta la rabbia che ogni giorno mi assale nel vedere quanto siano ingiuste le cose, ogni giorno, e mi sento veramente in dovere di alzare la voce.
Sono capitata quasi per puro caso nel tuo blog e immediatamente ho sentito l'urgenza di raccontare la mia esperienza di 24enne italiana e precaria. So di essere in buona compagnia, so di non essere nient'altro una goccia in un'oceano, come so che la mia situazione potrebbe essere molto meno drammatica di quelle di tanti altri con tanto di anni di Università alle spalle, ma è tanta la rabbia che ogni giorno mi assale nel vedere quanto siano ingiuste le cose, ogni giorno, e mi sento veramente in dovere di alzare la voce.
Premetto che non ho mai frequentato l'Università, ho un semplice diploma di Operatore Turistico. Nel Febbraio 2010 parto per lavorare in Irlanda e grazie ad un uso fluente dell'inglese e a tanti sacrifici trovo lavoro dopo una manciata di settimane, presso una catena alberghiera, come addetta alle prenotazioni. Mi pagano 1650 euro netti al mese. Riesco, a 22 anni, ad avere l'indipendenza che sognavo da tempo: una casa tutta mia, i risparmi. Dopo quasi un anno e svariati colloqui vengo assunta nella sede europea di Apple come addetta al servizio clienti per il mercato italiano: paga ancora migliore, un milione di benefits, tanto stress ma tutto profumatamente ripagato. Era il lavoro che sognavo da tempo e che molta gente con lauree e masters mi invidiava. Nonostante soffrissi la lontananza dalla mia famiglia e la mancanza del sole, ero felice e appagata. Purtroppo però, per motivi famigliari e di salute ritorno a malincuore in Italia, dopo quasi 3 anni passati all'estero in cui credo di essermi fatta una buona esperienza lavorativa, esperienza che, se non avessi mai lasciato l'Italia, difficilmente avrei avuto la possibilità di farmi.
Arrivo in Italia e come sto facendo tutt'ora, invio miriadi di curriculum a call centre, uffici, aziende; ma anche a negozi, supermercati ed imprese di pulizia. Per mesi, il nulla. Poi, una mattina, mi risponde via mail un tizio della Vodafone, cerca addette al call centre per presa appuntamenti. Al colloquio mi propone 5 euro l'ora per un part time la mattina, che è già nulla, ovviamente senza contratto, il classico fisso mensile più provvigioni. Vivendo ancora con i miei e dovendo sostenere spese pressochè limitate, accetto. Dopo circa tre giorni di lavoro totalmente demotivante, di telefonate a gente che non vuole saperne nulla della promozione adsl e internet e che ti chiude (giustamente) il telefono in faccia, mi vengono dette testuali parole:"Signorina, come vede è un brutto momento per la produttività per questo mese il fisso dovrà scendere a 2 euro e 50 l'ora". 2 euro e 50! Una cosa assolutamente ridicola, umiliante, dal momento che il bus che prendo ogni mattina per raggiungere il suddetto ufficio mi costa 1 euro e 50 solo andata. Schifata, lascio il tutto.
Da quel momento ad oggi, è stato tutto un susseguirsi di colloqui, risposte senza certezze, di "le faremo sapere", contratti a progetto, a somministrazione, di una settimana, massimo un mese. E' triste sapere di aver sacrificato tutto per 3 anni, all'estero, essere riusciuti a fare qualcosa di grande, che dovrebbe essere riconosciuto correttamente, per poi tornare a casa e rimanere a mani vuote, e sapere che non si è mai adatti: si è troppo qualificati, non si hanno le giuste qualità, il profilo non è quello che cerchiamo. Ogni voltà c'è una motivazione diversa. Vorrei vivere in un paese in cui si venga premiati in base alle capacità, al talento, e non alle conoscenze, ai "ganci". All'estero questo discorso non sussiste. C'è un concetto ben diverso di meritocrazia e io ho avuto la fortuna di vederlo con i miei occhi.
Ma non voglio lasciare nuovamente il mio paese, voglio restare e lottare per il mio futuro.
Ti ringrazio per lo sfogo e complimenti per tutto quello che hai fatto e che fai.
Con affetto,
A.
1 commenti:
Grave errore ritornare............gravissimo sappiamo dopo cosa ci tocca sopportare,tornai dopo 2 anni da una bellissima esperienza fatta in Glasgow avevo casa,un lavoro è un reddito 3500 euro,direttore responsabile vendite diplomato ragioneria,ritornai per la mia famiglia,dopo cv mandato sia internet e di persona nessuna risposta,un po il cameriere,un po aiutante cuoco....dopo la morte di mio padre e delusioni lavorative presi mia madre e ritornai a Glasgow ma la situazione sociale di quel posto peggiorò,droga problemi di lavoro,crollo edilizia....cambiando ancora portai mia madre a Leeds,posto tranquillo,rispetto per le persone e per stranieri,mandando cv dopo 2 giorni proposta per responsabile e contabilità ora bella villetta,a breve matrimonio mia madre felice e serena,a volte tramite internet leggo situazione italiana da rabbrividire,gente che non viene pagata per la pensione,perdita posti lavoro,chiusura di tutto politici pazzi.Ritornare ora non ci penserei proprio sopratutto sperare che il cambiamento venga sopratutto da noi giovani, dubito fortemente possa venire almeno se non si usa la forza ma non ci renderebbe migliore della classe politica,mi dispiace per molti di voi leggendo il blog mi stringe il cuore,mia madre mi racconta che la sua epoca povertà e miseria denominata la guerra dei poveri 98 anni molto lucida anche più di me,forse andare via e una soluzione provvisoria ma per molti permanente,provate per un paio di anni in Italia ma non superate i 35 anni.Partire e sperare di trovare lavoro dai 35 a 40 anni diventa dura,a 25 anni a Leeds sono già professionisti,ma tentate senza mai fermarvi. Giuliano di Roma
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