Ciao
Alessia,
non so bene
ancora se scriverti qui è giusto, il tuo blog è pieno stracolmo di messaggi che
leggerli tutti è davvero un'impresa!
Sono
laureata alla triennale in Economia e Marketing e alla specialistica in
Economia aziendale, conseguita a pieni voti, il tutto in tempo! Durante i miei
studi non mi sono mai fermata, tirocini e stage a go-go!! Tutto quello che si
poteva, andava bene perché avevo un solo grande obiettivo: maturare
quell'esperienza tanto richiesta nel mondo del lavoro. Insomma, non volevo
arrivare alla laurea solo con un pezzo di carta in mano. Diciamo che questo mi
ha caratterizzata quando lo scorso anno a marzo mi sono messa alla ricerca di
lavoro! Proprio durante la tesi stavo facendo un tirocinio nell'ufficio crediti
di un noto istituto bancario. Finito questo dopo poche settimane ho avuto una
serie di colloqui. Uno di questi è andato a buon fine!
Cercavano
una centralinista per una banca, con contratto a tempo determinato per 6 mesi,
ho accettato senza esitazioni, non mi importava se la mia laurea consentiva di
aspirare più in alto. Una volta entrata avrei potuto mostrare quanto valevo.
Così tra una telefonata, una fax e una fotocopia ho studiato il processo del
credito esistente. Ovviamente questa cosa è stata fin da subito notata, e le
mie aspirazioni sono venute a galla di lì a poco. Dopo circa un mese, le
esigenze dell'Istituto sono mutate e mi è stato offerto di cambiare ruolo:
"salire di un piano" e lavorare nell'ufficio crediti. Una
soddisfazione arrivata alle 17.30 di un caldo venerdì pomeriggio di luglio.
Dalla
settimana successiva subito nel nuovo ufficio. Tanto c'era da imparare, non
sempre facilitata dai colleghi più anziani che a volte più che insegnare
"giocavano al gioco del silenzio". Sono state le prime ravvisaglie
delle difficoltà dell'Istituto, i colleghi erano ostili perché avevano a cuore
quel posto di lavoro! Inoltre, l'ufficio crediti è un ufficio in cui
tipicamente si approda dopo anni di esperienza e io giovane centralinista forse
non ero sempre ben vista. Ho sgomitato per capire, ho passato notti insonni
pensando che forse non ce l'avrei mai fatta, avevo incubi sui possibili errori
fatti!! Passati i primi mesi, un'altra opportunità: la banca stava
intraprendendo la strada di un nuovo strumento finanziario serviva qualcuno che
passasse ore e ore in archivio a sfogliare vecchi documenti e vecchie pratiche,
mi sono offerta, ho lavorato fino a tardi la sera, il sabato mattina e avessi
potuto sarei andata anche alla domenica!
Mi sono
divisa tra quanto dovevo imparare sui crediti, quanto volevo capire sulla nuova
opportunità finanziaria, ho messo da parte le mie incertezze e le mie paure e
ho tirato fuori una grinta che mai avrei pensato di avere! Non volevo solo
starmene alla mia scrivania e nell'archivio volevo entrare a far parte di quel
nuovo progetto complesso più che mai! Ho dimostrato fin da subito la mia
esigenza di imparare ma soprattutto di guadagnarmi magari un
"prolungamento del contratto". Così è stato a dicembre è arrivato il
rinnovo del contratto per ulteriori 6 mesi. Mi sono stati affidati progetti più
o meno importanti.
Nel
frattempo però aleggiava nell'aria la crisi, la crisi che ha colpito anche il
mondo delle banche con impieghi spesso troppo appesantiti da crediti no
performing.
A giugno il
mio contratto era in scadenza, le nuove strategie aziendali intraprese
prevedono il blocco delle assunzioni. Nonostante le notti insonni passate dopo
i primi colleghi non confermati, pareva che le mie competenze e conoscenze
fossero riconosciute, sembrava infatti esistesse un modo per rinnovare il mio
contratto nuovamente per 6 mesi. Ok, ho preso questa notizia con gioia, certo
non era un lavoro fisso ma con l'aria che tira era una certezza per altri sei
mesi. Invece no, qualcosa non è andato, la legge e la burocrazia hanno fatto la
sua, e a luglio mi hanno convocato per dirmi che il proseguo per 6 mesi non era
più possibile.
Così da
luglio sono a casa, disoccupata, dopo aver percorso più di un anno in ambiente
che sembrava il mio ormai, avevo ottenuto la complicità e la collaborazione
tanto ricercata dai colleghi. Avevo lavorato oltre l'orario (ovviamente senza
richiedere un minuto di straordinario), avevo dato ascolto alla parola
"noi vogliamo continuare a lavorare con te", non avevo inoltrato più
domande pensavo di iniziare a farlo in prossimità della nuova scadenza. Ho
messo la mia vita nelle loro mani, ho creduto alle loro parole, ma soprattutto
nelle mille camicie che avevo sudato per ottenere il rinnovo. Ho atteso la loro
lettera di referenza e da fine luglio ho iniziato ad inviare nuovamente
curriculum, quello che mi sconvolge ogni giorno di più è che il mio telefona non
squilla! Non so se è il momento, mi sembra di capire che molti sono nelle mie
condizioni, ma il mio timore più grande è di aver subito "dopo il danno,
la beffa!". Ricordi quella frase "una volta entrata in banca non ci
esci più? Ecco io ci sono uscita, seppur non per causa mia. E se ora nonostante
le referenze, le buone parole spese sul mio cv, i selezionatori pensassero
"questa non l'hanno tenuta in banca quindi forse qualcosa non è andato?”
Sono lunghi
questi mesi passati in silenzio davanti al pc a cercare qualcosa. Tanti mi
dicono vai all'estero e questo mi fa perdere i connotati. Perché devo
arrendermi, devo scegliere la via forse più facile dal punto di vista
lavorativo, ma la peggiore da punto di vista affettivo!?! Ho una famiglia che
mi ama, un fidanzato che amo da quasi 8 anni con cui pensavo di avere una
famiglia, una casa e magari un figlio tra qualche anno, perché devo abbandonare
il mio sogno? Perché devo fuggire dal
mio Stato, quello Stato che dovrebbe tutelarmi, che dovrebbe permettere che il
mio sforzo tra studio e lavoro non cada invano??
Ho
dimostrato grinta, che ora perdo davanti a questo schermo e a questo cellulare.
Ho bisogno di credere che ci sarà un futuro qui, accanto a chi amo, facendo quello
che tanto ho faticato ad imparare.
5 commenti:
Hai fatto bene a scrivermi qui, appena potrò ti risponderò personalmente. Grazie!
Alessia
La tua storia e uguale a molte altre ma sei una persona forte,una bravissima lavoratrice hai fatto di tutto,il problema che non c'è serietà di chi assume,penso che per le storie scritte su questo blog ti renderai conto che quel sogno quella famiglia che tanto desideri con il tuo fidanzato....quel figlio tanto voluto solo fuori dal paese potrai averle,la nostra nazione non offre nulla solo prese in giro,guardando ieri Alessia per televisione su rete 4 e stamattina di sfuggita mi sono reso conto che tu,come Alessia,come Giovanni,come Marco,Guido e tanti altri che scrivono nel blog non c'è nulla per noi qui,farci sentire,protestare è dovuto,un diritto ma non credo che cambi qualcosa,tutto ha una scadenza,bollette,mutuo,non posso fare un figlio a 40 anni,vorrei sposarmi non posso,una casa,avere un'auto non posso nulla,dopo anni di sacrifici qui ancora a patire per tutto,sono laureato in economia commercio 28 anni,Salerno,master in finanza e marketing aziendale/industriale 2 anni disoccupato lavoro per brevi periodi call center una laurea sprecata ho ricevuto 3 proposte lavorative 2 a Londra 1 Australia,rimango...parto abbandono amici,parenti...o rinuncio al mio futuro e starmene chiuso in casa aspettando un miracolo...per ora credo che tutti noi dobbiamo andarcene per poi magari un futuro più roseo ritornare....nessuno fa niente da soli non abbiamo potere....
Francesco B
"i selezionatori pensassero "questa non l'hanno tenuta in banca quindi forse qualcosa non è andato?”
se pensano questo come selezionatori valgono poco ... l'ambiente bancario è ristretto ed è difficile farsi idee strambe senza parlare direttamente al candidato.
Tolta questa paura direi che il problema non è tuo ma dei futuri eventuali datori di lavoro.
Ragazzi non dobbiamo lasciare l'Italia! E' il nostro Paese. Abbiamo solo bisogno di persone oneste che ci governino!
io vorrei dire a chi dice di non voler lasciare l'Italia per via degli affetti. Forse non vi rendente conto che alla base delle relazioni deve esserci cmq una propria autonomia, un'identità del Sè stabile che è indispensabile per una buona economia dei rapporti personali. Sembra brutale dirlo, ma la mancanza di lavoro e, di conseguenza, di stabilità e autonomia della persona influisce su tutto quanto, rapporti compresi. Va bene cercare di rimanere, ma quando si cade sotto la soglia della povertà, i rapporti inevitabilmente si alterano.
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