La testimonianza di Eleonora:
Mi chiamo Eleonora e ho 26 anni. Sono nata e cresciuta in Sardegna, l’isola che tutti conoscono per il suo mare caraibico, le spiagge bianche, il cibo genuino e purtroppo per il Billionaire di Briatore, ma che molti non conoscono per la sua gente capace, tenace, pronta a mille sacrifici, che cerca con fatica di andare avanti scontrandosi con le mille difficoltà quotidiane di un territorio, che sfortunatamente offre poche opportunità ai giovani e soffre l’assenza dell’impegno delle istituzioni.
Nonostante ciò, io ho scelto di studiare Scienze Politiche nella mia città e nel frattempo ho vinto una borsa di studio Erasmus a Barcellona, grazie alla quale ho potuto imparare un’altra lingua straniera, conoscere un’altra università e moltissime persone interessanti che in qualche modo hanno cambiato la mia vita. Nel 2010 mi sono laureata in Relazioni Internazionali col massimo dei voti e una tesi molto apprezzata, perché trattava di un argomento nuovo ai più sconosciuto e allora proprio in commissione di laurea mi era stato detto che valeva la pena organizzare dei seminari sul tema per far sì che la mia tesi avesse una risonanza… bhé tali seminari, come potete ben immaginare, non sono mai stati organizzati, e così ho pensato di provare a specializzarmi ulteriormente, lasciando la mia isoletta e frequentando un master in Cooperazione Internazionale e Sviluppo, presso l’ISPI di Milano.
Il master è stata sicuramente un’esperienza interessante, che mi ha permesso di aprire la mente, di conoscere tante persone con cui potevo condividere sogni, dubbi e incertezze sul futuro ma soprattutto di avvicinarmi al mestiere meraviglioso del cooperante. Alla fine del master, infatti, sono partita per il Nicaragua per fare uno stage all’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni)… finalmente un sogno che si avvera che subito ha un però: l’internship non prevede nessun tipo di salario e nessun rimborso spese. E così per l’ennesima volta, mi sono ritrovata a chiedere aiuto ai miei genitori perché da sola non avrei potuto affrontare neanche la metà delle spese e loro ben contenti hanno continuato ad investire su di me, pur affrontando tanti sacrifici, per evitare che i miei sogni si spegnessero come purtroppo oggi succede alla maggior parte. Sono partita con la mia valigia di sogni e belle speranze e davvero ho iniziato a fare il lavoro che ho sempre sognato, mi sono confrontata con una realtà diversa, ho conosciuto tantissime persone che mi hanno lasciato un segno e non ho dimenticato nessuno dei loro sorrisi. Sono entrata a far parte di un team già consolidato che mi ha accolto a braccia aperte, non mi ha mai fatto sentire la “nuova” o l’"ultima arrivata” e ha scelto di puntare su di me, su una giovane laureata senza esperienza ma con molto entusiasmo e voglia di imparare.
Durante l’internship, ho cercato di essere una vera e propria spugna per apprendere quanto più possibile nel minor tempo e i miei sforzi sono stati premiati quando la mia capa mi ha chiesto di non andar via e di restare altri quattro mesi, perché non voleva perdere una risorsa e che proprio per questo avrebbe fatto i salti mortali per pagarmi uno stipendio vero, che per la prima volta mi ha reso del tutto indipendente. La mia piccola grande conquista: finalmente potevo fare il lavoro che ho sempre desiderato, rientrare a casa sfinita ma appagata e non dover chiedere niente alla mia famiglia. È stata un’occasione straordinaria dal punto di vista umano e professionale e il Nicaragua, oltre che per altri mille motivi, è un paese che mi rimarrà nel cuore per la sua volontà di scommettere sui giovani perché siamo noi il motore del futuro.
Adesso da due mesi sono rientrata in Italia e mi trovo nella giungla dell’invio curricula da nord a sud, che non so ancora cosa mi riserverà ma non mi voglio arrendere al fatto che nel proprio paese non si possano avverare i propri sogni e muoio dalla voglia di fare qualcosa per offrire all’Italia la mia professionalità e il mio entusiasmo. Voglio continuare ad immaginarmi un futuro, che per lo meno in parte soddisfi le mie aspettative.
Da questo punto di vista, ho anche scelto di fare qualcosa di molto importante per la mia vita personale perché non voglio arrendermi all’idea che trovare un lavoro appagante e realizzare un sogno professionale escludano il poter costruire una famiglia, quindi a Settembre indosserò l’abito bianco e sposerò Alberto, il mio compagno da tre anni, che come me tutti i giorni combatte per non vedere i nostri sogni svanire in una nuvola di fumo e che, pur essendo tra i fortunati ad avere un lavoro interessante per cui ha studiato e si è impegnato tanto, ha sempre voglia di cambiare le cose.
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