Cara Alessia e cari tutti,
mi chiamo Mirella e quest'anno compio 28 anni. Dopo aver letto il blog ho voluto condividere anche io la mia esperienza.
Dopo essermi diplomata al liceo scientifico del mio paese natale decido di iscrivermi all'università, mi è sempre piaciuto studiare e quella sembrava la strada obbligatoria per chi volesse fare qualcosa nella vita (ora mi sembra tutto sbagliato, meglio imparare un mestiere!). Mi iscrivo, quasi per caso, al corso di laurea in Scienze e tecnologie per la diagnostica e conservazione dei beni culturali a Bari: mio padre era contrario, pensava che io dovessi scegliere qualche corso che poi garantisse un lavoro, ma io testarda penso che all'università vai avanti se hai voglia di studiare, quindi non ascolto nessuno e inizio il mio percorso, incoraggiata anche dallo scintillante Manifesto degli Studi che prometteva lavori meravigliosi a destra e a manca (consulenza per i restauratori e, un sogno, conservatore museale, tanto per citarne un paio). Al secondo anno di università mi accorgo DAVVERO di quello che poteva offrire quel corso di laurea, ma ormai era tardi, ero a metà con gli esami, e poi non volevo darla vinta a chi non credeva in quella strada. Arrivo al 1° anno fuori corso, crisi profonda, rallento il ritmo, ma poi mi riprendo, faccio tutti gli esami, tesi sperimentale che ha messo a dura prova i miei nervi, e finalmente nel 2008 mi laureo.
Qui si apre un bivio: continuare con la specialistica o cercare lavoro? Il lavoro ho provato a cercarlo, ma ovviamente non mi ha risposto nessuno, quindi rassegnata mi iscrivo alla specialistica, sempre a Bari, ma motivata dal pensiero di andare a studiare all'estero, tramite l'Erasmus. Grazie ai soldi che ho guadagnato l'estate lavorando come cameriera (a nero ovviamente, non sia mai) e alla borsa di studio riesco ad andare in Francia, ed ho l'illuminazione: non ci sto bene all'estero e voglio tornare al mio paese. Ovviamente ritorno carichissima, finisco la specialistica in tempo perchè voglio laurearmi e fare qualcosa per migliorare in paese in cui sono nata, la mia amata terra.
Mando CV ovunque in Puglia, il mio obiettivo erano i musei, ero disposta a fare persino il guardiano pur di entrare nell'ambiente, ma qui le prime difficoltà e il mio primo incontro con il mostro dell'"ESPERIENZA". Tutti la chiedono, tutti la vogliono, ma nessuno è in grado di fornirla ad una povera neo-laureata che in diversi anni di università pare non abbia mai fatto quest'incontro folgorante con l'esperienza. Ok, mi dico, la mia laurea è troppo generica, devo scegliere un settore e raccogliere più esperienze possibile in quello, quindi inizio a cercare corsi di formazione, soprattutto, con l'obiettivo di arricchire il mio curriculum. Scelgo la via del rilievo e della modellazione 3D per i beni culturali, penso che con lo sviluppo delle nuove tecnologie potrebbe esserci del lavoro per me.
Seguo un corso organizzato dalla Scuola Normale Superiore di Pisa, lì chiedo suggerimenti per uno stage che inizio nel mese di settembre 2011 a Lecce, senza retribuzione, mantenendomi con i soldi guadagnati in pizzeria, volantinaggio e ripetizioni, con il costante contributo dei miei (papà impiegato pensionato e mamma casalinga) che si priverebbero del cibo pur di aiutarmi. Lo stage a Lecce mi è servito tanto, ma non avevano soldi per assumere quindi devo ricominciare daccapo. Vinco la borsa messa a disposizione dalla Regione Puglia per frequentare un master, di colpo ho tanti soldi ma perdo speranze. Questa per me è l'ultima spiaggia. Anche stavolta mi si para davanti un Master con i fiocchi, che con lo stage offre buone opportunità di lavoro. Studio anche lì come una matta, perchè sono previsti esami (12 in 6 mesi!!!), ma dello stage neanche l'ombra. Finalmente arriva il giorno della presentazione dei progetti e ci dicono che per colpa della crisi non hanno ricevuto molte risposte dalle aziende.
Morale della favola: ora sono tornata a casa in attesa di sapere dove, quando e su cosa farò il progetto di stage, mi tocca andare di nuovo in pizzeria perchè i soldi della borsa son già dimezzati (quest'anno li hanno pure tassati!); finito il master avrò un cv di 3 pagine ma non sono sicura che servirà a qualcosa. In ogni caso non ho scritto sul blog per raccontare la mia faticosa scalata verso un lavoro, nella quale sono comunque in buona compagnia, ma per incoraggiare me stessa e tutti noi, a non arrendersi e a cercare sempre e comunque qualcosa da fare, che sia il lavoro che abbiamo sognato per tanti anni o un lavoro qualsiasi, che però ci permette di vivere con la persona che amiamo e chissà, un giorno, di avere dei figli (anche se l'orologio biologico cammina!!).
Non bisogna mai arrendersi, altrimenti vincerebbe chi questo Paese lo vuole mandare in rovina!
Forza e coraggio per tutti,
Mirella
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