Ciao Alessia,
complimenti, credo che sia veramente il momento che vi prendiate la vostra vita nelle vostre mani.
So per esperienza personale che chi cerca di tenervi bambini non e' vostro amico.
Ho scritto due righe come commento a quanto dice Francesco in risposta a Cafe'Babel.
Te lo rimando, un po' corretto, per Email.
Facci quel che ritieni opportuno e contattami pure come vuoi se credi che possa esserti utile, magari anche solo per scambiare due idee.
Io me ne andai dall'Italia più di trenta anni fa perche' non ci vedevo futuro.
Ora mia figlia e' andata a Trinidad ed anche la' fatica a trovare la sua strada. Parla e scrive correttamente sei lingue, ha una laurea in antropologia culturale e un curriculum di tutto rispetto con collaborazioni nel più qualificato mondo delle ONG (ma queste cose tu le conosci gia'.
La crisi che stiamo attraversando e' più generale, e ci sta portando verso una probabile instabilita' globale mai vista prima.
Ma ci sono gli strumenti per affrontarla e credo che si possa uscire dal guado relativamente presto, ma il momento e' ora!
Io non voglio il futuro che stanno cercando di cucirci addosso e non mi tirerò indietro.
Anche se ho cumulato moltissimi ricordi ed ho davanti meno strada di quanta ne abbia già percorsa, non voglio dar via progetti, speranze e desideri, anche e soprattutto se saranno tutti per me.
Auguri per la vostra vita e contate sul mio supporto
Alessandro
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Cari tutti,
Uscii dall'Italia perché pensavo che la generazione precedente, avesse occupato tutto il possibile, spesso con incapaci che difendono i loro privilegi come possono, cioe' con trucchetti e soprusi.
Ma non avrei mai immaginato dove sarebbero arrivati...
Pensavo che la generazione dei miei figli avrebbero potuto costruire su quel poco che eravamo riusciti a difendere, se non a costruire noi, ma essi si sono (voi vi siete) trovati davanti a barriere artificiali ed a ricatti quasi insormontabili, anche con il nostro supporto.
Avete ragione, dovete impegnarvi con ancora piu' forza e piu' caparbieta', ma attenzione, molti dei libri che vi sono proposti, cosi' come alcuni "Master" legati a grandi gruppi finanziari, hanno piu' lo scopo di tenervi sottomessi che di aiutarvi a crescere.
Volete provare a leggere questo:
Jha Prem S. “Il caos prossimo venturo - il capitalismo contemporaneo e la crisi delle nazioni”
edito in Italia da Neri Pozza, lo si trova anche su ibs.it
Un altro pensiero a mio avviso illuminante e' il seguente:
Idries de Vries, "Austerity and the globalization of poverty: The closing chapter in capitalism’s history?"
si può trovare su:
Quando parlate di "cambio di paradigma" dite una cosa vera, ma vi siete fatti un'idea di cosa e' in gioco?.
Secondo me, detto in estrema sintesi, si e' finalmente capito che la terra ha risorse limitate. Potrebbe sembrare un bene, ma ci sono delle conseguenze.
Se le risorse sono limitate, ne consegue che non e' possibile mantenere in un ambiente finito un sistema che "non e' sano" se non "cresce di un tot percento all'anno".
Una tale definizione descrive un sistema che ha una crescita esponenziale (2, 4, 8, 16, 32, 64, 128, 256, ... come i chicchi di riso sulla scacchiera della nota storia). La nostra economia e' dunque' un sistema sostenibile solo in un ambiente infinito, certamente insostenibile sulla terra, grande ma finita!
Se tutte le risorse hanno un tetto, allora l'unico vero problema e' la distribuzione delle stesse, non la loro produzione.
Infatti pensiamo ad una ipotetica popolazione di diciamo 10 milioni di abitanti, in cui il 10% muore di fame.
Se in quella società immaginamo di moltiplicare magicamente le risorse disponibili per due, ma manteniamo identica la composizione sociale (distribuzione delle risorse), cosa accadrà?
Con le maggiori risorse disponibili la società crescera' e, all'equilibrio, raddoppiera', lasciando ancora il 10% di persone che muoiono di fame, cioè due milioni di persone che muoioni di fame invece del milione che c'era prima di raddoppiare "la produzione".
Le possibili soluzioni per distribuire le ricchezze sono limitate tra due estremi :
- il possesso di tutte le risorse da parte di una sola persona (un imperatore e gli altri servi) ed
- una distribuzione uniforne (tutti ugualmente poveri, a seconda di quante persone ci sono nel mondo).
ANel mondo di oggi si sono affermate forze, organizzazioni, agglomerati industriali ecc. che dispongono di mezzi, economici, finanziari ed anche militari, più grandi di quelli degli stati che dovrebbero controllarle imponendo il rispetto del "patto sociale" (chiamatela pure Costituzione, se volete). Attualmente queste forze stanno spingendo verso un modello di società (una distribuzione del reddito) piu' o meno cosi' concepita:
-circa il 2% di super ricchi,
-forse il 25% di persone educate quel che basta per far funzionare quello che i super ricchi desiderano
-il resto tenuti come animali, cibo e riparo sufficienti per mantenerne in vita un certo numero, ma senza alcuna possibilità di istruirsi.
Ma dato che il 25% della popolazione dovrà comunque essere un poco istruita per poter fare il proprio lavoro, si dovrà prevedere di tenerli in uno stato di continua feroce competizione tra loro e soggetti anche ad un feroce controllo sul piano psicologico e del pensiero per impedire che si accorgano di essere oppressi e che quindi possano rivoltarsi.
Ecco come, oggi, si sta attivamente preparando qualcosa che comincia a somigliare in modo preoccupante al mondo descritto da "1984" (G. Orwell, si trova anche in pdf in rete) o da "Fahrenheit 451" (Ray Bradbury).
Il passaggio delicato, nel quale questa possibile trasformazione della società e' piu' vulnerabile, e' quando si cominciano a toccare gli interessi di chi ha la capacita' intellettuale di rendersi conti di cosa succede mentre ancora questi hanno i mezzi (e la volontà) per opporvisi, creando spazi comuni, associazioni, partiti in grado di proporre ed imporre soluzioni alternative e/o compromessi più validi.
Se passera' questo momento senza che il 98% della popolazione riconosca di essere dalla stessa parte e faccia sentire il suo peso ci sveglieremo presto nel medioevo prossimo venturo, qualcuno artigiano, gli altri servi della gleba.
Perché i cambiamenti sono introdotti lentamente e si sono usati e si usano i mezzi di comunicazione che rendono accettabile ogni piccolo incremento della pressione.
E' chiaro a cosa servono i grandi imbonitore del video? si capisce come mai si sono spesi capitali ingenti in trasmissioni anestetizzanti che banalizzano "il grande fratello" rincartandolo con un lenzuolo di perbenismo e vago senso di colpa da voyeur?
C'e' chi spera che la rana, immersa nell'acqua, fredda e poi riscaldata molto lentamente, perda le sue forze tanto da non poter più saltare fuori dal recipiente quando infine si accorgera' che la stanno bollendo, c'e' chi spera che salti subito via, come farebbe certamente riconoscendo l'acqua bollente!
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