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Sprechiamo la meglio gioventù? Il Giornale (A cura di Gianpaolo Iacobini)
Il Giornale - A cura di Gianpaolo Iacobini
Laureati che partecipano a concorsi per netturbini o che pur di lavorare sono disposti a fare i camerieri, o i commessi. Le storie sulla difficoltà occupazionale dei giovani invadono le cronache e trovano conferma nei dati Almalaurea: il tasso di disoccupazione a un anno dalla laurea aumenta sia per chi esce da una triennale (dal 16 al 19%), sia per chi ha conseguito la specialistica (dal 18 al 20%). Non è tutto: negli ultimi decenni si è registrato un aumento in tutta Europa di posizioni lavorative qualificate, che hanno superato il 30% della forza lavoro in paesi come l'Inghilerra. In Italia però secondo Eurostat, questo è avvenuto in maniera minore negli anni '90, e negli ultimi il fenomeno ha fatto registrare un trend negativo, che ha riportato la forza qualificata dal 19 al 18%. Ma ci sono anche studi che delineano la scarsa educazione all'imprenditorialità dei giovani: uno sondaggio di Termometropolitico in collaborazione con La Stampa sottolinea che il 24% dei ragazzi sotto i 35 accetterebbe qualsiasi lavoro, a tempo indeterminato e privo di rischi, mentre solo il 16% preferisce fare sacrifici per una sua attività indipendente. In Italia sprechiamo davvero le risorse migliori? Abbiamo raccolto le storie di giovani dal brillante curriculum, alle prese con difficoltà lavorative, e il parere di due professionisti delle risorse umane. La postina cum laude Tesi sulla messa in sicurezza degli edifici monumentali danneggiati dal terremoto in Abruzzo. Laurea col massimo dei voti, e la lode nel 2011 in Conservazione del patrimonio culturale. La Soprintendenza per i beni architettonici l'ha anche premiata, ma come racconta Abruzzoweb un anno dopo Stefania Moratti, 25enne di Tuenno, in Val di Non, lavora alle Poste. Fa la portalettere. «Avrò spedito almeno 200 curriculum - dice - ottenendo sempre la stessa risposta: la contatteremo quando avremo bisogno».LINDA ARMANO La ricercatrice- mamma
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