Ciao, sono Martina e
ho 27 anni.
La mia esperienza lavorativa è passata tra alti e bassi: diplomata
nel 2004 ho iniziato subito a lavorare presso un’azienda come impiegata, un
periodo positivo che mi ha portata nel mentre a conoscere il mio attuale
fidanzato e la nascita del mio piccolo Jacopo che oggi ha 4 anni.
Le cose da allora sono cambiate. Nell’anno clou della crisi l’azienda per la
quale lavoravo dal giorno alla notte ha chiuso, lasciandomi con un mutuo, asilo nido e bollette da pagare
solo con uno stipendio (tutto ciò non avendo ancora ricevuto, a distanza
di 3 anni, quello che mi spetta del licenziamento e del TFR) ; per mesi mia
mamma ogni settimana mi ha fatto la spesa ed entrambi i genitori ci sostenevano
economicamente come potevano. Cercando
di darmi da fare nel giro di poco ho trovato un impiego come commessa
stagionale che ho accettato anche se , con un bambino, mi costringeva a lavorare nel periodo invernale compreso i sabati e le
domeniche ma , in momento così, era l’unica opportunità’ che si era
presentata!!! Fortunatamente dopo alcuni
mesi l’ azienda di mio padre mi propose un contratto di mezza giornata, la situazione
di crisi economica in Italia era alle stelle e altro non potevano offrirmi. Quindi
quando le cose in qualche modo si stavano pian piano sistemando, le difficoltà
nel portare a casa lo stipendio passarono
al mio ragazzo: lavoro, lavoro,
lavoro, ma a fine mese nemmeno un
soldo. Iniziai così a lavorare mezza giornata in azienda e come commessa
a chiamata (in qualche modo lo stipendio in casa doveva entrare ogni mese). Riuscii
poi a trovare un terzo lavoro come impiegata che mi occupava l’altra metà della
giornata , complessivamente facendo i conti un unico lavoro 7 giorni su 7 ma
diviso in 3 aziende diverse, orari diversi e paesi diversi. Partire alla mattina
per raggiungere un posto di lavoro, staccare in pausa pranzo per raggiungerne
un altro e passare tutti i fine settimana lontano dalla famiglia per dover
lavorare, il tutto accompagnato da una
mia situazione fisica di stato di salute
assai aggravata da stress ,
febbre e dall’asma bronchiale diagnosticatami in quel periodo che non mi faceva
dormire la notte. La situazione andò avanti per 6 mesi. Quante volte le persone
più care si sono preoccupate per me! Mi dicevano: “Marti non puoi andare avanti
cosi, non stai neanche in piedi” mi vedevano con gli occhi stanchi, mi si
leggeva in faccio che ero distrutta, ma purtroppo non avevo scelta. Mio figlio ogni
volta che uscivo di casa mi diceva: “Mamma stai a casa con me , perché devi
andare a lavorare ogni giorno?” e io in quel momento non sapevo cosa
rispondere!!! Portare a casa tre stipendi (che sommati facevano 1 stipendio)
solo io era l’unico modo per vivere.
Potrei andare avanti
per righe e righe a raccontare la mia esperienza nel dettaglio, ma mi fermo
qui perché sono sicura che poi ne
verrebbe fuori un libro e non una semplice lettera J .
E’ brutto da dire ma nell’Italia di oggi possiamo contare
solo su noi stessi e le persone care, ora posso dire che fortunatamente le cose
per me si sono sistemate, ho un “unico” lavoro a tempo pieno e il mio ragazzo
ha trovato un posto dove riceve puntualmente lo stipendio.
Ringrazio con il cuore i miei genitori ,anche non chiedendo
mai niente, mi sono sempre stati vicini
economicamente senza nulla in cambio.
Ciao,
Martina
2 commenti:
Che storia,ricorda molto la mia e di mia moglie,solo che è durato per parecchio tempo,grazie ai parenti sopratutto genitori che ci davano da mangiare,persi lavoro in azienda informatica,mia moglie lavorava in un'azienda farmaceutica,dopo un anno entrambi perdemmo lavoro,feci il cameriere,parcheggiatore abusivo,lavapiatti,pulizie,mia moglie triste,sconsolata piangeva spesso davanti al bambino depressione,un fallimento totale annullamento della persona,questa situazione è durata 5 anni ma decisi dopo una discussione familiare di andare via dal paese.Australia dove subito trovai lavoro stesso ambito,mia moglie trovò lavoro presso un laboratorio di ricerca,ora viviamo abbastanza bene,casa a mare in montagna,torniamo dai parenti in vacanza ma ancora ora desidero ritornare ma poi penso a mio figlio a quanto e felice ora insieme a noi,molti vanno via altri rimangono ma pensate al vostro futuro non tutti sono fortunati a rimanere e complimenti per il blog.
Ciao "Anonimo"!
Mi incuriosisce la tua storia, ti va di raccontarci meglio il tuo percorso?
Grazie per i complimenti, mi fa davvero piacere che questo blog stia interessando persone diverse, del resto è grazie a voi se va avanti!Scrivimi pure ad alessiabottone@libero.it anche in forma anonima se preferisci!
Alessia
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