Oggi ho il piacere di presentarvi Gaia, una ragazza squisita che ho conosciuto a Roma tempo fa.
Professionale, professionista e attenta alle esigenze altrui, Gaia non è più una ragazzina e sa il fatto suo. Sa che per fare questo mestiere ci vuole tanta passione perchè non sarà certo il salario a convincerti a fare questa scelta professionale. E' il desiderio di contribuire a "migliorare il mondo", a prestare attenzione e a dedicare tempo alle persone. Insomma posso dire che è il sorriso delle persone il vero assegno a fine mese. E' anche vero però che con gli assegni in bianco non si mangia. E' anche vero che alla soglia dei 40 anni la scusa" tanto è una situazione temporanea, tutto migliorerà" non regge più. E allora il risveglio è amaro e l'unica soluzione è reinventarsi, ancora un'altra volta, mettendosi in discussione.
Ma non sarà forse ora di reinventare il mondo?
Ecco a voi la lettera di Gaia:
A vent’anni ho scelto la mia strada, fiera e senza mai
mollare; sicura di me stessa, convinta delle mie capacità, sostenuta dai miei
ideali e pensando a quanto sarebbe stato bello studiare e specializzarmi nel
campo professionale scelto e che “sicuramente” mi avrebbe dato enormi
soddisfazioni umane e personali! Poi mi sono svegliata ed il risveglio non è
stato dei più belli: una doccia fredda in pieno inverno sarebbe stata meno
brutale.
Sono un’ Educatrice Professionale e Counselor nella
relazione d’aiuto: parole veramente grosse e spesso, ahimè, sconosciute.
I primi anni di formazione e tirocini li ho dedicati a
cercare di capire quale ruolo effettivamente avrei potuto ricoprire nel mondo del
lavoro ma la faccenda più complicata è stata cercare di spiegare al resto delle
persone chi fossi e cosa facessi; non importava, era ancora tutto bello ed
idilliaco e, nonostante paure e frustrazioni che cominciavano a fare capolino,
ho continuato a perseguire i miei obiettivi sostenuta da un forte entusiasmo.
Ero anche ingenuamente convinta di poter contribuire a migliorare una parte di
mondo!
Sono passati anni, tanti anni, ho lavorato in tantissimi
settori, accontentandomi di: stipendi da fame quando avevo la fortuna di essere
pagata, contratti inesistenti, impossibilità di crescita professionale (a meno
che non decidessi di armarmi di un bel coltello tra i denti ma non è mai stato
nella mia indole), spesso ritrovandomi in équipe di gente in competizione o con
responsabili abilissimi a farti sentire perennemente inadeguata e mortificata
nella professionalità, già sufficientemente precaria e a rischio di burn-out.
Nel tempo, quindi, presa coscienza della situazione e
risvegliatami dal sogno delle illusioni idilliache, ho fatto una scelta scomoda
ma mirata al rispetto della mia dignità personale e della mia libertà
individuale decidendo di staccarmi dal mondo delle Cooperative per riflettere
sulla mia situazione professionale e provando ad investire su me stessa in modo nuovo e costruttivo. Ho fatto i conti molto male perché non ho
preso in considerazione diverse cose: la crisi attuale in primis ed un contorno
di tanto altro come la morte definitiva del mondo del sociale (a Roma in
particolare) o l’ ulteriore presa di coscienza che “pesce grande mangerà sempre
pesce piccolo” ed io non sono un pesce piccolo, di più!
Purtroppo la maggior parte delle Cooperative sociali (in
particolare quelle storicamente radicate nel territorio) hanno di “sociale”
solo il nome e sono aziende invischiate
in giochi politici con l’unico scopo del guadagno economico da ottenere sulle
spalle di chi ci mette la faccia e si sporca le mani, lavorando onestamente!
Questa non è l’unica interpretazione valida per giustificare il mio
atteggiamento fortemente critico verso il mondo del sociale! Ad onor del vero
voglio sottolineare fortemente la totale mancanza di investimenti nel settore,
con tagli ovunque e l’ incapacità di leggere i bisogni reali della popolazione
e la necessità di sostenere tutti quei progetti altamente validi e mirati al
sostegno delle persone; ma tutto questo per la politica sembra essere
secondario, ed ha portato quasi all’ annullamento del terzo settore o
garantendo il sostegno solo a quelle strutture invischiate con il politico di
turno!
Oggi, a 39 anni suonati posso “urlare con orgoglio” di
essere incazzata nera con me stessa (e non solo) forse per non aver avuto
voglia di scendere ai tanti pesanti compromessi che mi venivano chiesti
implicitamente: sacrificare la vita privata per la vita lavorativa, dare il
meglio di sé accontentandosi sempre di briciole con promesse, non mantenute, di
migliori prospettive professionali e quant’altro….
Incazzata nera perché
mi sono impelagata in un atteggiamento di delusione e sfiducia convinta ormai
che nulla cambierà! Oggi mi sento in perenne “formazione”, che affronto ormai
con rabbia, un po’ di distacco ed ulteriore impegno economico ( perché vieni
tampinato dall’idea che se non ti formi non sarai mai pronta davvero) e con la
consapevolezza che oggi un volontario, armato di ideali e buoni sentimenti, può
avere il mio stesso ruolo professionale con qualche ora di formazione sulle
spalle.
Che ho studiato a fare allora? Ma soprattutto, essendo parte
di quella terra di mezzo in cui non sono più abbastanza giovane per rientrare
nella categoria dei giovani che non trovano lavoro (piena solidarietà anche a
loro) ma neanche abbastanza vecchia per godermi bellamente le mie ore di riposo
a casa senza sentirmi in colpa perché non sto producendo, che futuro vedo
davanti a me? L’unica risposta intelligente che mi viene in mente è che dovrò
reinventarmi senza dimenticare il pieno rispetto di me stessa e possibilmente
facendo qualcosa che mi piaccia, mi appassioni e mi dia una qualche
soddisfazione; parallelamente lottare contro un sistema marcio che non
garantisce il diritto alle opportunità per tutti. Come?
E chi può dirlo?
Gaia
6 commenti:
Ciao in cosa ti sei laureata???
Ciao, la mia è una laurea breve, al tempo era la scuola a fini speciali S.f.e.c.a conseguita a RomaTre; poi, oltre a vari corsi di specializzazione, ho seguito un master per diventare Counselor nella relazione d'aiuto.
Ciao! Mi dispiace leggere questa storia, pensa che io vorrei tanto lavorare per qualche cooperativa, semmai potessi riuscirci. Vorrei tanto lavorare facendo del bene alle persone e non inseguire la logica dominante del profitto, vorrei rendermi utile alla mia società mettendo a disposizione le mie competenze... Ma evidentemente, in un mondo marcio, tutto si contamina prima o poi. Spero solo di trovare qualcosa di appagante un giorno. Non demoralizzarti, abbi la forza di lottare, dobbiamo tirare fuori le unghie e i denti e andare avanti.
Francesca raccontaci delle cooperative, mandami una mail ad alessiabottone@libero.it Volevo fare anche io questo tipo di lavoro, ma forse finirò casalinga, avanti e forza tutta ragazze mie!
Alessia
Alessia la mia storia te la ho scritta, sono laureata in cinese. Spero che la pubblicherai presto, anche io voglio lottare per il diritto al lavoro. A presto!
Certo Francesca, ,mano a mano le pubblicherò tutte. Prossima settimana toccherà a te sicuramente!Grazie ancora
Alessia Bottone
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